Adottare un Bau

Dove cercarlo, dove trovarlo

A cura di Ilenia Quagliato, educatrice cinofila

Buongiorno Amici! Nel precedente articolo abbiamo offerto spunti di riflessione su cosa significhi adottare un cane e quali siano le domande da porsi nel caso in cui si voglia aprire la propria famiglia a un simpatico amico Bau.

Molto bene: se adesso non ci sono perplessità riguardo l’adozione del cane e se abbiamo preparato un gran bel piano d’azione, siamo pronti per scegliere il nostro nuovo amico. Il passo successivo sarà: di razza o meticcio? Cucciolo o adulto? Maschio o femmina? E in base alle caratteristiche che ci interessano nel cane, ecco l’ultima domanda: dove lo prendo?

Prima di tutto: se vogliamo adottare un cane perché ci è piaciuta una foto o perché è molto sfortunato, dobbiamo essere consapevoli che potremmo non essere adatti ad accoglierlo e in questo caso potrebbero sorgere problemi gestionali che dobbiamo essere in grado di risolvere, con la buona volontà e con l’aiuto di professionisti del settore (ricordando che vanno pagati). Se invece vogliamo prepararci preventivamente in modo da scegliere l’amico che meglio si può adattare a noi, allora ecco di seguito le cose che dobbiamo ricordarci.

Se scegliamo di adottare un meticcio del canile, scelta onorevole poiché spesso si salva un cane dalla detenzione a vita in una triste gabbia, non fermiamoci ad una foto vista su internet, ma rechiamoci sul posto e facciamoci aiutare dagli “addetti ai lavori” nella scelta più idonea a noi. Andiamo a conoscere i volontari e valutiamo la serietà della struttura. Se la struttura è affidabile, vi darà tutte le risposte di cui avrete bisogno e vi aiuterà, guidandovi nella conoscenza dei soggetti presenti, dandovi qualche consiglio sul tipo di cane che andrà bene per voi. Ricordiamo infatti che in canile vivono animali, spesso adulti, con una triste storia alle spalle (non sarebbero li altrimenti) e noi dovremmo tenere conto delle loro esperienze passate per cominciare col piede giusto. Questo discorso vale anche per tutti i cani di razza che sono finiti in canile. Purtroppo, i nostri amici non parlano e non sempre possiamo sapere cosa hanno passato, ma ancora una volta, la conoscenza del comportamento del cane, fa presupporre ciò che lui pensa di noi, del mondo e ciò di cui ha bisogno, fermo restando che il canile è una realtà nella quale il cane difficilmente può esprimersi appieno e che quindi gran parte dell’essere del nostro nuovo amico sboccerà una volta a casa. E se il personale del canile non è disposto a farci venire a scegliere il nostro amico a quattro zampe o se si rifiuta di permetterci di venire a trovarlo più volte, per farci conoscere e imparare qualcosa di lui? Se non c’è nessuno disposto ad ascoltarci e a consigliarci, ma semplicemente vogliono caricarci il cane in auto il più veloce possibile? In questi casi, o si prende a scatola chiusa (e ritorniamo al discorso sulla disponibilità di farsi seguire e accettare tutte le conseguenze della nostra scelta) oppure è il caso di ringraziare, salutare e recarsi in una struttura più seria.

Ricordiamo comunque che anche dopo una scelta ponderata e una conoscenza del cane in canile, chiunque voglia adottare un cane deve mettere in conto che dovrà essere il suo maestro, per insegnargli a essere un cane di famiglia e aiutarlo a superare piccole e grandi difficoltà. È nostro compito di adottanti e, qualora non fossimo in grado di fare tutto da soli, dovremo chiamare un professionista che ci aiuti.

Per quanto riguarda la scelta del cane di Razza, la questione si complica. Al mondo ci sono migliaia di razze di cani selezionate appositamente perché abbiano un determinato aspetto e determinate attitudini. Con la riproduzione controllata, basata sulla scelta del maschio e della femmina, si agisce sulla genetica, ma anche sul comportamento del cane ed è indispensabile informarsi accuratamente sulle caratteristiche di razza, ma anche su chi sono i genitori e come sono gestiti sia i riproduttori sia i cuccioli nel luogo di nascita. L’errore più comune è far ricadere la scelta solo sull’aspetto esteriore dell’animale, dimenticandosi tutto il resto. Bisogna fare ricerche, leggendo libri specifici sulla razza, andando a conoscere personalmente più allevatori diversi e richiedendo il riconoscimento dell’allevamento. Ma quindi, come si capisce se chi abbiamo davanti tratta bene i suoi animali e quindi potrà affidarci un cucciolo sano e equilibrato? Facciamo domande. In base alla risposta potremo valutare la gestione e l’ambiente nel quale vivono gli animali. I cani sono felici di vedere il padrone? Sono ben nutriti? Sono socievoli anche con noi? Hanno una cuccia accogliente, acqua sempre a disposizione? Hanno ferite o cicatrici? Si comportano in modo un po’ strano (girano tanto in tondo o abbaiano furiosi o fanno feste a tutti)? Facciamo attenzione a quale metodo di educazione ci viene consigliato: puppy class (la scelta corretta) o collare a strozzo? Consiglia (giustamente) di affidarsi al veterinario o da lui stesso consigli sulla salute dell’animale? L’allevatore ci parla di compagni di vita o di bestie sottomesse che vanno controllate e che devono eseguire ordini? Se il nostro interlocutore dimostra di avere a cuore i suoi animali, di crederli creature senzienti e molto intelligenti, di viverli come amici e “soci di avventure”, allora siamo nel posto giusto. Se è il grande capo, il capobranco dominante, allora giriamo i tacchi e cambiamo aria! Ascoltiamo i consigli di chi lo merita e diffidiamo di chi vuole a tutti i costi venderci il suo cane. L’allevatore serio è colui che mantiene in ottimo stato i suoi animali, che ci interroga su chi siamo e cosa vogliamo per scegliere con noi e che sa dirci di no se non dovesse valutare la nostra famiglia idonea a quel particolare tipo di cane. Infatti, un bel cane, della taglia giusta, del colore giusto e nato nel giusto allevamento può essere caratterialmente inadatto a vivere con noi e ciò può portare ad avere problemi anche seri in un futuro. Ad esempio, se ci piace il cane che fa agility, non potremo portare a casa un pastore maremmano, perché la sua indole gli fa mal tollerare l’addestramento necessario.

Stiamo rispettosamente alla larga dai chi commercia più razze contemporaneamente e dai negozi di animali: spesso importano dall’Est Europa i cuccioli, incrementando un mercato di morte e sofferenza. Fattrici chiuse in gabbie piccolissime, sfruttate fino al loro decesso, cuccioli morti durante i viaggi sono la prova di dove può arrivare la crudeltà dell’uomo. E se il negozio dovesse prendere i cuccioli da allevamenti riconosciuti, è tuttavia molto difficile che gli addetti alla vendita conoscano tutte le razze di cani che commerciano. Nessuno batte un allevatore responsabile nella conoscenza della razza allevata.

Allo stesso modo, il sospetto deve sorgere anche per le cucciolate casalinghe. Il proprietario medio non sempre conosce gli standard di selezione. Spesso pubblica su internet un annuncio “cerco moglie/marito per Fido” e così di quella cucciolata non si sa granché. Le cucciolate casalinghe controllate in genere vengono “pilotate” dagli allevatori che poi si occupano anche di trovare nuova sistemazione ai cuccioli, tutti regolarmente dotati di microchip e iscritti in anagrafe canina. Se stiamo acquistando un cucciolo, deve avere il pedigree. Nessun cane senza pedigree può essere venduto. Per quanto possa sembrare inutile, il pedigree è una certificazione di selezione (anche se a volte si fanno errori clamorosi nella scelta dei riproduttori) e se si ama una razza in genere la si vuole anche preservare da riproduzioni selvagge che minano non solo l’estetica dei cani ma anche le sue caratteristiche psicologiche. Diffidiamo invece di chi addirittura vende meticci o chiede rimborsi spese e poi non è neanche in grado di fornirci il libretto sanitario e la certificazione di inserimento di microchip. Il rimborso spese è ammesso a patto che chi lo richieda possa provare di aver davvero prestato cure ai cagnolini. Se abbiamo trovato un potenziale nuovo amico a quattro zampe su un annuncio di cucciolata casalinga, la prima domanda che dobbiamo porci è: “perché hanno voluto la cucciolata?” Perché sono belli i cuccioli? Perché i genitori valgono? Perché hanno bisogno di soldi?

Da ultimo ma non meno importante: che sia un randagino sfortunato, un cane da allevamento o proveniente da qualsiasi altra realtà, dobbiamo ricordarci che esiste una legislazione vigente che va rispettata. Il cucciolo non può essere ceduto prima dei 60 giorni di vita (periodo durante il quale si spera rimanga con madre e fratelli per il suo benessere psicofisico) e deve sempre essere già provvisto di microchip al momento dell’adozione.

Inoltre, è buona norma richiedere che sia già stato sverminato e abbia effettuato almeno la prima vaccinazione. Dopo l’adozione saremo noi ad andare dal nostro veterinario di fiducia per la prima visita di controllo.

Quindi: voglio un cane, ma da dove comincio? Ebbene, è semplice. Comincia dall’inizio e prosegui nel senso giusto. Potrebbe non essere facile trovare il nostro migliore amico tra le centinaia di cani che hanno bisogno di una casa, ma una cosa è certa: facendo le cose per bene, le soddisfazioni supereranno di gran lunga gli sforzi fatti perché questa convivenza possa essere un’esperienza davvero degna di essere vissuta.

Ilenia Quagliato, istruttore cinofilo.

 

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